INTERVENTI DEL SICET SUNIA E UNIAT SU DECRETO LEGGE IMU

Decreto IMU, SUNIA, SICET e UNIAT alla Camera dei Deputati: “tagliare la spesa improduttiva della cedolare secca per liberare risorse da destinare al fondo morosità. Inaccettabile scaricare sugli inquilini una parte della service tax”.

SUNIA, SICET, UNIAT nel corso dell’audizione presso le Commissioni Finanze e Bilancio della Camera dei Deputati, hanno illustrato le proposte per affrontare la drammatica crisi abitativa da inserire nel Decreto Legge sull’IMU.

 

Queste in sintesi le rivendicazioni:

 

  • un finanziamento adeguato per Fondo sociale e Fondo per le morosità incolpevoli. Positivo il fatto che si riconosca la necessità di affrontare il problema dell’enorme numero di sfratti per morosità ma assolutamente insufficiente lo stanziamento. 100 milioni di euro ripartiti in due anni a partire dal 2014, oltre ad essere irrisorio, rimanda ai prossimi anni un intervento che invece dovrebbe essere immediato. Concentrare le risorse nel 2013 e portarle almeno a 300 milioni di euro è il minimo indispensabile per affrontare la situazione.

 

  • Abbassare gli affitti. Per diminuire il numero degli sfratti per morosità bisogna abbassare gli affitti! Per questo SUNIA, SICET, UNIAT chiedono di abolire la cedolare secca sui contratti liberi il cui unico risultato è stato quello di regalare dai 500 agli 800 milioni di euro ai proprietari più ricchi, e mantenerla solo per i contratti concordati con l’obiettivo di aumentarne il numero e quindi contenere il livello complessivo degli affitti. Inoltre le risorse recuperate possono essere destinate al fondo sociale ed a quello per le morosità incolpevoli.

 

  • Recuperare risorse con la lotta all’evasione. Una parte importante di risorse può e deve derivare dal contrasto all’evasione nel settore delle locazioni. Circa 3 miliardi all’anno sfuggono al fisco, risorse che potrebbero essere destinate ad un grande programma di edilizia popolare centrato sul recupero e la riqualificazione dell’esistente. Oltre all’intensificazione dei controlli è necessario introdurre due misure: la tracciabilità dei pagamento degli affitti e la detraibilità dei canoni pagati dal reddito degli inquilini.

 

  • Abolire l’IMU sulle case di edilizia pubblica. I quartieri popolari hanno bisogno di essere riqualificati, ridurre le disponibilità economiche degli Enti di gestione attraverso l’IMU è un errore perché impedisce anche la manutenzione ordinaria.

 

  • No alla tassa sui servizi agli inquilini. Per abolire l’IMU anche ai proprietari di abitazioni di lusso si vorrebbe far pagare la futura tassa sui servizi che dovrebbe sostituire l’IMU, agli inquilini. E’ una ipotesi inaccettabile perché scaricherebbe sulle spalle dei più deboli le conseguenze di una scelta profondamente sbagliata. Governo e Parlamento devono abbandonare questa strada se non vogliono rendersi responsabili di un ulteriore ed ingovernabile aumento delle famiglie con sfratto per morosità.

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